Intervista #19: L'illustratrice di libri per bambini Elena Bia
Elena Bia condivide la sua esperienza con le case editrici e con le agenzie che rappresentano gli illustratori
Ciao amici!! Oggi sono felice di presentarvi un’amica artista, Elena Bia, che ci parlerà in dettaglio del mercato editoriale, tra agenzie, prezzi e progetti. Oltre a tutte le informazioni utili e preziose, avrete anche la possibilità di ammirare alcune delle sue bellissime illustrazioni :)
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Elena è un'illustratrice e fumettista italiana. Sui social media la conoscerete come @_ofride. Ofride sta per orchis. I fiori sono infatti una sua grande fonte di ispirazione. Così come il folklore, le tradizioni e la natura in generale. Ho conosciuto Elena durante Bologna Children's Book Fair ed è una persona molto gentile e disponibile! Ha condiviso con me molte informazioni sul mercato editoriale e sulle agenzie che rappresentano gli artisti. L'ho invitata qui sulla pagina forArtists in modo che anche voi possiate imparare dalla sua esperienza.
☆ Ciao Elena e grazie per esserti unita a forArtists. Potresti raccontarci qual è stato il tuo percorso artistico che ti ha portata ad essere l'artista che sei oggi?
Ciao Madalina! Grazie a te per avermi chiesto di partecipare a questa bellissima iniziativa, la trovo molto utile sia per chi è agli inizi ed ha interesse a scoprire di più del mondo/mercato artistico, sia per i professionisti del settore.
Sin da quando andavo all’asilo disegnare è sempre stata la mia attività preferita e occupava la maggior parte del mio tempo. Ero affascinata dai fumetti, libri illustrati e film d’animazione. Devo dire di essere stata anche fortunata, dato che la mia famiglia mi ha sempre sostenuta in questa mia passione. Così ho intrapreso i miei studi artistici prima al liceo e poi all’Accademia d’Arte.
In questa fase universitaria, avevo già le idee un po’ più chiare su quello che avrei voluto fare dopo gli studi: il progetto era impegnarmi per provare a diventare fumettista e illustratrice, creandomi contemporaneamente la possibilità di diventare insegnante d’arte a scuola. Mio padre era un insegnante alle scuole medie e forse questo mi aveva condizionata a prendere in considerazione questa professione. Senza contare che sarebbe stato un lavoro con uno stipendio sicuro ..
L’accademia è stata, nel complesso, una delusione, per il basso livello di competenze tecniche trasmesse. In particolare, i corsi di pittura erano seguiti da docenti spesso assenti e che “trasmettevano” ben poco. Inoltre, molti corsi erano focalizzati sull’arte contemporanea, a cui non ero minimamente interessata, se non da spettatrice/fruitrice. In compenso, però, altri corsi legati all’indirizzo di cinema, scenografia, critica e storia dell’arte sono stati molto interessanti e hanno ampliato la mia visione del mondo dell’arte in toto.
Io, però, sapevo che la mia aspirazione era lavorare nell’ambito editoriale dell’illustrazione e del fumetto e ho deciso di frequentare, in contemporanea all’accademia, la Scuola Internazionale di Comics, che proponeva un percorso formativo di tre anni, molto tecnico, su come diventare fumettista. Era proprio quello che cercavo e devo dire che quest’esperienza mi ha arricchita moltissimo e mi ha aperto la strada a comprendere il mondo editoriale. Durante gli studi, grazie ai miei insegnanti, ho iniziato a collaborare lavorativamente con l’Espresso e con l’associazione Anonima fumetti, che si occupava di diversi progetti patrocinati da enti regionali. Erano anche gli anni in cui Deviantart era una bellissima piattaforma piena di artisti emergenti, che si sostenevano a vicenda, ed era semplice creare il proprio giro di committenti interessati alle commissioni private.
Una volta terminati gli studi, sono riuscita a lavorare come insegnante supplente di arte alle scuole medie e superiori. In questi anni ho effettivamente avuto tempo di realizzare le mie prime autoproduzioni a fumetti e i miei primi sketchbook e artbook, che vendevo insieme ai miei amici fumettisti alle fiere di settore, come Lucca comics. Quest’esperienza mi ha dato la possibilità di fare un bellissimo networking, conoscere tantissimi aspiranti e professionisti. Ho partecipato alle portfolio review proposte alle varie fiere e ho iniziato a lavorare come “inchiostratrice” o clean up artist per l’agenzia RedWhale, che si occupava di una serie di libri illustrati dedicati alle Winx. Nel frattempo collaboravo con il neonato studio Arancia, costituito da un gruppo di fumettisti professionisti che occasionalmente ricercavano assistenti per i loro progetti.
Mi sono barcamenata tra l’insegnamento, le collaborazioni e la creazione dei miei progetti personali, finché un mio collega non mi ha consigliato di mandare il mio portfolio alla sua agenzia di illustrazione: Astound publishing. Da quel momento, nel 2018, posso dire che la mia carriera ha fatto un balzo in avanti. Ho cominciato a lavorare ai primi libri illustrati interamente da me ( “Greyfriars Bobby, a puppy’s tale” e la serie di libri “Women in science and tecnology”, ad esempio). Astound mi ha permesso di affacciarmi al mercato estero dell’illustrazione e di raggiungere un livello di autonomia economica.
Dalla fine del 2018 ho smesso di insegnare a scuola e mi sono dedicata a tempo pieno alla professione di fumettista e illustratrice. Ho iniziato a lavorare con la casa editrice Jungle editions, per la quale ho realizzato la serie “Les voyages de Lotta”, coronando il sogno di lavorare per il mercato del fumetto francese.
Ho anche mantenuto la professione di insegnante part-time per l’Accademia di belle arti di Novara e la Scuola Internazionale di Comics, dove insegno illustrazione digitale. L’insegnamento mi permette di staccare dal tavolo di lavoro e mantenere un rapporto più personale con gli artisti emergenti. Oltretutto, il desiderio di essere utile a loro mi costringe ad aggiornare costantemente le mie competenze, per poter trasmettere al meglio le “regole” di questo lavoro.
☆ Cosa consiglieresti a chi sta cercando un’agenzia da cui farsi rappresentare?
Per tutti quelli che sono interessati a contattare un’agenzia, consiglierei di consultare attentamente il loro sito e di visionare i portfoli degli illustratori rappresentati, per capire a quale agenzia siano più affini. Astound si occupa per lo più di illustrazione per l’infanzia, ma ci sono altre agenzie specializzate in illustrazione pubblicitaria, ad esempio. Per consigli più specifici posso consigliare il blog di Morena Forza , “Roba da disegnatori”, che tratta spesso argomenti relativi alle agenzie di illustrazione.
☆ Quant’è cambiato il tuo carico di lavoro tra prima e dopo l’agenzia?
C’è stata una grossa differenza, i progetti sono aumentati e diversificati. Ho iniziato a lavorare anche nel campo dell’illustrazione scolastica. In linea generale, le case editrici estere hanno budget maggiori rispetto a quelle italiane e anche questo dettaglio è stato importante. Astound è composta da più agenti, e ognuno di loro ha diversi contatti. Quindi può capitare che ti si presentino più lavori in contemporanea. Le proposte non sono mancate, anche se variavano con i mesi. Possono esserci periodi dove non ti arriva nessuna proposta e altri dove ne hai tre in contemporanea.
C’è da dire anche che, dopo aver realizzato un tot di lavori diversi, il proprio porfolio si amplia naturalmente e diventa più immediato essere notati maggiormente rispetto a prima. O ti può capitare di lavorare nuovamente con clienti che già “ti conoscono”.
☆ Hai illustrato diversi libri, soprattutto graphic novels, come Les voyages de Lotta. Qual è stata, tra tutte, la storia che più ti ha appassionata e il committente con cui più è stato facile lavorare?
Domanda difficile! Ma “Les voyages de Lotta” ha sicuramente un posto speciale nel mio cuore. E’ stato il mio esordio nel mercato del fumetto francese e ho lavorato a fianco della sceneggiatrice Marie Zimmer, che è stata dolcissima, super professionale e disponibile a ogni mia proposta visiva. La storia parla del viaggio di formazione della giovane Lotta, una ragazzina appartenente alla tribù Sami, che sogna di diventare una sciamana, contro il volere di suo padre. Mi sono innamorata già dalla lettura del soggetto. Io sono appassionata di folklore popolare e realizzare questa storia ricca di simbologie legate alle tradizioni dei Sami e di magia mi ha davvero entusiasmata.
La casa editrice Jungle non è stata da meno: mi hanno dato piena libertà artistica e sono stati disponibilissimi nel concedermi il tempo necessario per la realizzazione dell’albo (in questo campo non è per nulla scontato). Il rapporto è sempre stato cordiale e disponibile e la comunicazione trasparente.
☆ Parlando di un grosso tabù, i soldi. Quali criteri segui per determinare il valore del tuo lavoro e del tuo tempo? Avresti una cifra in mente al di sotto della quale non accetteresti una proposta di lavoro?
Questo è un punto fondamentale. Di soldi non si parla mai abbastanza, a parer mio. Parlerò dei compensi per quanto riguarda le tipologie di contratti legati alla realizzazione di libri e fumetti. Nel campo dell’editoria, si può essere pagati a forfait, ossia con un compenso univoco che corrisponde al lavoro svolto (molto spesso questi tipi di contratto sono utilizzati per l'illustrazione scolastica e nei contratti americani con dicitura “Work for hire”). In questo caso valuto se il compenso è commisurato al tempo che io prevedo di impiegare per la realizzazione e la complessità del lavoro richiesto. In generale, l’agenzia è utile nella contrattazione con i clienti. Ho rifiutato molti progetti che avevano un budget molto risicato e che mi avrebbero richiesto 3 mesi di lavoro, come minimo, a fronte di un compenso pari allo stipendio medio di un singolo mese (per l’italia , stiamo sui 1500 euro, per fare un esempio). In questi casi non mi faccio mai nessun problema a rifiutare.
Il contratto di cessione di diritto d’autore invece, prevede che l’editore retribuisca l’artista con una percentuale sulle vendite del libro. Sul contratto viene stabilita la cifra che costituirà l”anticipo” su queste percentuali. La prima tiratura del libro stabilisce il budget dell’anticipo, che costituisce il rischio d’impresa dell’editore. Se la prima tiratura del libro non verrà venduta nella sua interezza, l’editore non può chiedervi i soldi del vostro anticipo indietro. Se invece l’editore venderà più libri oltre alla prima tiratura, vi corrisponderà la vostra percentuale del guadagni, generalmente ogni 6 mesi. Invito chi è interessato a visionare i siti web di Autori di Immagini e di Mefu, due associazioni culturali che si occupano anche della divulgazione di informazioni più burocratiche dedicate al mestiere di illustratori e fumettisti. Vi saranno di grande aiuto e soprattutto possono essere molto più precisi di me in questa intervista.
Ogni artista ha il proprio criterio per decidere da sé il proprio valore. Cercare di non svalutarsi è essenziale per rendere il proprio lavoro sostenibile economicamente nel tempo. Ci sono pochi casi in cui può avere senso arrivare a dei compromessi e ognuno è libero di scegliere se “rischiare”, diciamo. Per esempio se si crede fermamente in un proprio progetto e un editore indipendente o semplicemente “piccolo” è interessato a investire un budget ridotto ma volenteroso di promuovere il vostro lavoro nel miglior modo possibile. Lavori a basso budget ma con una mole di lavoro molto limitata e gestibile in pochissimo tempo.
Tra colleghi capita spesso di discutere delle problematiche che affliggono il mercato dell’editoria e possiamo purtroppo dire che non è un mercato roseo. Si producono moltissimi libri e per ognuno di essi si vendono generalmente poche copie. Le case editrici saranno disposte a puntare di più solo sui bestsellers, che ovviamente costituiscono una bassa percentuale di tutti i libri stampati.
Sicuramente non ha il minimo senso “pagare” un editore perché pubblichi il vostro libro o lavorare senza alcun tipo di anticipo sulle vendite. Non sono una sostenitrice delle case editrici a pagamento. L’autoproduzione è secondo me un'esperienza molto formativa anche per quanto riguarda la percezione del proprio valore di mercato , per un esordiente. Produrre e stampare i propri lavori ci fa rendere conto del tempo e delle spese necessarie, restituendoci un’idea di quella che può essere la vendibilità del nostro lavoro, fuori dal contesto della grande distribuzione.
☆ Quali consigli daresti agli artisti principianti che vorrebbero illustrare libri ma non sanno da dove cominciare?
Penso sia molto importante avere un’idea più concreta del mercato dell’illustrazione e del suo funzionamento. Sicuramente è essenziale avere una visione d’insieme sulle grandi case editrici estere e italiane e sui loro cataloghi, per comprendere con chi ipoteticamente si preferirebbe lavorare. Per gli italiani, consiglio un manuale molto carino di Anna Castagnoli “Manuale dell’illustratore”, che fornisce molte informazioni di base.
Un consiglio utile per il proprio portfolio è quello di realizzare illustrazioni varie, con soggetti complessi e in situazioni differenti. Mostrare che si ha la capacità di gestire più soggetti possibili (bambini, anziani, adulti, animali, paesaggi). Questo è quello che in generale mi consigliano le mie agenti.
☆ Quant’è importante avere uno stile ben definito in questo settore, secondo te?
Uno stile riconoscibile è senz'altro un’arma vincente , ma non direi che sia essenziale per forza. Si può essere eclettici e proporre stili diversi a seconda del target al quale ci rivolgiamo, ad esempio. Dipende anche dalla propria attitudine personale. Per chi predilige una linea più autoriale, avrà bisogno di uno stile più riconoscibile. Ma nel mercato editoriale, è possibile cambiare stile per rispondere alle diverse esigenze di mercato.
☆ Recentemente hai illustrato Under the Oak, un mazzo di tarocchi. Qual è stata la sfida più grande in questo progetto? E quanto tempo hai impiegato per illustrare tutte le carte?
Under the Oak è il progetto lavorativo che ha vinto il primo posto nel mio cuore. Già da quando frequentavo l’accademia uno dei miei sogni era proprio quello di illustrare un mazzo e poterlo infine realizzare è stato meraviglioso. La sfida più grande è stata sicuramente documentarmi su tutte le simbologie legate agli arcani e al mazzo Rider-Waite, di cui Under the Oak è una reinterpretazione, e abbinarli al tema narrativo del mazzo. Il team editoriale dello Scarabeo mi ha fornito tutti i materiali necessari e mi hanno seguito da vicino nello sviluppo delle carte.
C’è una sorta di storia che si dipana lungo le carte: il viaggio di una bambina cieca di nome Anima, che giunge su un’isola misteriosa abitata da creature e divinità magiche e sovrastata da una quercia gigantesca che fa da sfondo alla maggior parte delle carte. Nel viaggio, Anima riacquisterà la sua “vista”, che può essere intesa come la sua vista da “veggente” e sarà nuovamente in grado di usare i suoi occhi. E’ una storia semplice che simboleggia anche l’esperienza che il lettore farà con il mazzo stesso.
E’ stato un lavoro estremamente creativo e stimolante e pienamente in linea con me. Come tempistiche, ho chiesto all’editore un anno pieno di tempo per la realizzazione, in quanto avrei dovuto lavorare contemporaneamente ad altri progetti, e 78 carte, devo dire, sono parecchie, ahah!
☆ Spesso dipingi anche con acquerelli e gouache. Hai mai pensato di illustrare un libro con le tecniche tradizionali?
Assolutamente! Le mie autoproduzioni sono quasi tutte in tecnica tradizionale e mi piacerebbe molto realizzare un libro/fumetto con acquarelli e gouache. Finora non ho mai scelto di realizzare un intero libro con le tecniche tradizionali, per questioni di tempo e richieste dirette degli editori. Devo dire, però, che alcune pagine di Les voyages de Lotta hanno delle vignette dipinte ad acquerello, specialmente per le scene più oniriche. Amo molto mischiare il digitale e il tradizionale. Anche riprodurre la sensazione tradizionale con pennelli digitali è una mia grande passione.
☆ Quali sono i tuoi pennelli e materiali preferiti, sia digitali che tradizionali?
Sono una grande appassionata di set di pennelli digitali che simulano le tecniche tradizionali. Posso citare senza dubbio i pennelli di MaddyBellwoar, i Watercolors Maxpack di Max Ulichney e i bellissimi pennelli di Kamila Stankiewicz (di cui trovate l’intervista qui).
Nell’ultimo anno ho sperimentato moltissimo Procreate e sono rimasta estasiata dai pennelli forniti dall’app. Sono incredibilmente belli e risuonano con i miei gusti.
A livello tradizionale, ho una passione smodata per gli acquerelli. Sono stata fedelissima alla Schminke (linea Horadam) per anni, ma ultimamente sto apprezzando Daniel Smith e gli White Nights. Per le gouache prediligo la linea della Holbein e della Winsor e Newton (designer).
Per i pennelli, confesso che mi sono sempre accontentata di una buona linea di pennelli sintetici morbidi, ma negli ultimi anni sto sperimentando una linea di pennelli giapponesi molto bella! Per le linee e l’inchiostrazione, invece, il pennello della Winsor & Newton serie 7 è sicuramente il mio preferito.
☆ Vorresti cambiare qualcosa della tua arte o del tuo lavoro?
Devo dire che sono molto felice del mio lavoro, attualmente. Sarei già felicissima di poter mantenere questo status quo. Ma se devo sognare in grande, mi piacerebbe pubblicare due storie che ho nel cassetto, di cui una è una delle mie prime autoproduzioni, Nilihuè, che ancora batte nel mio cuore. Sono molto affascinata dal percorso di artiste come Heikala o Sibylline Meynet, ad esempio, e mi piacerebbe produrre illustrazioni e progetti più indipendenti dal mercato editoriale.
Un altro obbiettivo sarebbe quello di partecipare a una residenza artistica per illustratori e fumettisti e sto cercando di informarmi al riguardo. Incrocio le dita!
☆ Su cosa lavorerai quest’anno?
Quest’anno ho illustrato una graphic novel, adattamento del romanzo di Heidi, che uscirà nella primavera del 2025 . E’ stato molto divertente disegnarla ed è il mio primo fumetto che supera le 100 pagine, quindi è stata anche una bella sfida di resistenza!
Proprio in questi giorni ho ricevuto la conferma di approvazione di un nuovo progetto, del quale però non posso ancora dire nulla. Io e la sceneggiatrice siamo scaramantiche e finché non firmiamo i contratti preferiamo non sbilanciarci ahah!
☆☆ Potete vedere i lavori di Elena su Instagram e sul suo sito web. Per acquistare uno dei suoi libri o stampe visitate il suo shop Etsy.