Intervista #17: Chiara Topo e l'arte delle copertine
Chiara Topo ci parla dei diversi aspetti riguardanti l'illustrazione di copertine, come il calcolo del compenso, la comunicazione e l'ispirazione.
Buona domenica amici!!! Oggi intervisterò una cara amica che ci parlerà delle sue copertine e di tutto ciò che riguarda la loro creazione e sviluppo.
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Chiara è un'illustratrice italiana nota soprattutto per le sue bellissime copertine. Le sue illustrazioni si distinguono per i forti contrasti e l'aspetto grafico con un tocco vintage. Oltre a creare opere d'arte per le case editrici, amministra una pagina educativa "La fabbrica dei sogni" con la collega Alessandra Loreti. Attraverso questo progetto si propone di condividere conoscenze artistiche utili e tutorial per aiutare altri artisti a perseguire i propri sogni. Ma chiediamole di più sul suo percorso e sui suoi sogni in quest’intervista!
☆ Ciao Chiara e grazie per esserti unita a forArtists. Potresti raccontarci qual è stato il tuo percorso artistico che ti ha portata ad essere l'artista che sei oggi?
Ciao Madalina, grazie mille per l'invito! Il mio percorso artistico è iniziato fin da bambina, quando passavo ore con pastelli e matite a scarabocchiare dappertutto. Come si suol dire, “sono nata con la matita in mano”. Il disegno, quindi, è sempre stato una parte integrante della mia vita, ma solo durante il liceo artistico ho capito che l'arte e l'illustrazione potevano essere più di una semplice passione.
Ho avuto la fortuna di avere un insegnante fantastico che mi ha indirizzato fin da subito verso la carriera di illustratrice. Durante quel periodo ho visitato per la prima volta la Children's Book Fair di Bologna. L’esperienza, per certi versi traumatica (chi c’è stato sa bene di cosa parlo), mi ha aperto gli occhi su un mondo affascinante di cui volevo assolutamente far parte!
Dopo il diploma, ho deciso di approfondire le mie competenze frequentando il corso professionale di illustrazione alla Scuola Internazionale di Comics di Roma, dove mi sono specializzata appunto in illustrazione. Lì ho avuto l'opportunità anche di ottenere i miei primi contatti di lavoro e di realizzare le prime copertine illustrate per Future Fiction, una casa editrice indipendente italiana che pubblica romanzi di fantascienza di autori provenienti da tutto il mondo.
Durante il corso di illustrazione, ho incontrato Alessandra Loreti, illustratrice e appassionata di arte e comunicazione, che hai già presentato magnificamente nell’introduzione. Con Alessandra ho formato un sodalizio artistico e di amicizia che dura tuttora. Insieme portiamo avanti La Fabbrica dei Sogni, un progetto di cui ti parlerò approfonditamente più avanti.
Negli anni ho collaborato con numerosi autori indipendenti e diverse realtà editoriali, tra cui recentemente Mondadori Ragazzi, per i quali ho realizzato due copertine di cui sono molto molto soddisfatta.
Guardandomi indietro il mio percorso è stato abbastanza lineare, senza notevoli intoppi, ma la mia sindrome dell’impostore mi dice che ho tanta strada ancora da fare!
☆ Illustrare la copertina di un libro può sembrare facile perché si tratta di un'unica illustrazione, ma così non è. Potresti dirci quali sono le fasi della creazione di una copertina e quanto tempo ci impieghi di solito?
Come hai detto bene tu, illustrare una copertina è in realtà un compito più arduo di quello che sembra. La copertina è il biglietto da visita di un libro e deve spingere un possibile acquirente a prenderlo in mano tra tanti altri presenti sugli scaffali. Per questo motivo svolge un ruolo fondamentale.
La creazione di una copertina inizia sempre con un'idea. Che si tratti di un autore self-published o di una casa editrice, si parte da un concetto chiaro che si desidera realizzare. Il cliente mi presenta quest’idea, fornendo dettagli specifici come il titolo del libro, l'autore, il target di riferimento, la trama, il budget disponibile e le tempistiche. Questo è il momento del briefing, in cui vengono chiariti tutti gli aspetti cruciali del progetto.
Successivamente, stipuliamo un contratto che serve a proteggere gli interessi di entrambe le parti, assicurando che tutto sia formalizzato e trasparente. Una volta sistemati gli aspetti burocratici, entro nella fase creativa vera e propria. Analizzo il materiale fornito, che può includere estratti del libro, sinossi e commenti. A volte, se necessario, vengono inviati anche i manoscritti completi. Questo mi permette di immergermi nella storia e di raccogliere l'ispirazione necessaria.
Sulla base di queste informazioni, scelgo il mood più adatto per la copertina, tenendo in considerazione il genere del libro e il pubblico di riferimento. Per esempio, una copertina per un romanzo d'amore avrà probabilmente toni luminosi e colori vivaci che trasmettono un'atmosfera leggera e spensierata, mentre un romanzo thriller giocherà su toni più cupi che mirano a trasmettere un’atmosfera di tensione e mistero.
Poi creo dei bozzetti preliminari, che vengono presentati al cliente. Questa è una fase di collaborazione intensa, in cui lavoriamo insieme per affinare la visione della copertina. Raccogliamo feedback, facciamo modifiche e lavoriamo pazientemente per arrivare a una versione definitiva. Una comunicazione chiara e aperta è essenziale per assicurare che il risultato finale rispecchi le aspettative del cliente e anche le mie.
Una volta approvato il bozzetto finale, procedo con la colorazione, che può seguire una palette già concordata o essere proposta da me. Infine, consegno il formato definitivo della copertina, completando così il processo creativo.
Riguardo le tempistiche, invece, non c’è una regola precisa per il tempo necessario al completamento di una copertina illustrata. Ogni copertina è un progetto a sé stante e richiede un’elaborazione differente che può dipendere sia dall’effettiva difficoltà a raggiungere un risultato vincente, sia dai tempi tecnici che ha una casa editrice. Ci possono volere da poche settimane a diversi mesi per consegnare il definitivo di una copertina.
☆ Qual è stata la copertina più difficile da illustrare?
Ogni copertina presenta sfide uniche, ma guardandomi indietro devo ammettere che alcune sono state particolarmente impegnative. Una delle esperienze più difficili che ricordo è stata una serie di copertine illustrate per una casa editrice cinese. Il problema principale non riguardava tanto i soggetti da rappresentare, ma la comunicazione complicata e frammentata avvenuta attraverso più interlocutori, che spesso portava alla perdita di informazioni cruciali per la realizzazione di un'illustrazione efficace.
Ad esempio, non mi erano stati specificati chiaramente gli spazi destinati al testo sulla copertina, e solo in un secondo momento ho scoperto che il lettering avrebbe occupato una parte significativa del fronte. Anche se le illustrazioni sono state accettate, il risultato finale non mi ha soddisfatto come avrei voluto.
Una comunicazione chiara è fondamentale per creare un rapporto lavorativo trasparente e fluido. È importante ricordare che il lavoro deve piacere al cliente, ma deve anche soddisfare la nostra visione artistica, visto che molto probabilmente finirà sul nostro portfolio.
☆ Potresti condividere approssimativamente, per coloro che vogliono avvicinarsi a questo mondo, il range di prezzi giusto per la realizzazione di una copertina?
La risposta a questa domanda è abbastanza spinosa poiché il prezzo per la realizzazione di una copertina può variare notevolmente in base a numerosi fattori tra cui: l'esperienza dell'illustratore, la complessità del progetto, dove e come è distribuito il libro...
In Italia, in particolare, i prezzi sono abbastanza bassi. In generale, il range può andare dai 150/200 euro per un autore self-published a 1500 euro per una casa editrice grande. Dipende molto anche da quanto si è bravi a negoziare e a stabilire un prezzo equo che rispecchi il valore del proprio lavoro e il tempo impiegato.
☆ Hai uno stile distinto e pulito. Cosa ti ha influenzato maggiormente e quali sono i criteri che segui per disegnare i soggetti nel modo specifico in cui li disegni?
Ti ringrazio! Mi fa piacere che si percepisca questo del mio stile. In realtà sarebbe difficile identificare un'unica influenza dominante.
Credo che lo stile di ogni artista sia una combinazione di tutte le esperienze visive accumulate nel corso della propria vita, insieme a tanto esercizio e dedizione.
Certo, ci sono artisti che ancora oggi guardo con ammirazione come Norman Rockwell, J.C. Leyendecker e Alphonse Mucha, ma ce ne sono anche tanti altri che continuo a scoprire e che ogni giorno influenzano la mia crescita come illustratrice.
Questo per dire che lo stile in sé è abbastanza relativo e mutevole. Secondo me più che concentrarsi su uno stile fisso, ogni artista dovrebbe impegnarsi a trovare la propria visione e voce unica, quella che davvero lo distingue dagli altri.
Da un punto di vista più tecnico, nei miei disegni cerco sempre di seguire il famoso motto ‘‘less is more’’. Quando disegno, cerco di mantenere un equilibrio tra semplicità e dettagli, puntando su composizioni pulite e contrasti forti.
☆ Le tue illustrazioni si distinguono anche per i forti contrasti di luci e ombre. Cosa ti ha aiutata a migliorare quest'aspetto?
Tanto, tanto esercizio! E ancora mi reputo lontana dal livello che vorrei raggiungere. L'osservazione della realtà, lo studio dei maestri del passato e l’esercizio costante sono sicuramente ingredienti fondamentali che mi hanno aiutata a migliorare l'uso di luci e ombre nelle mie illustrazioni.
Un'altra pratica che trovo molto utile è rivedere i miei vecchi lavori a distanza di tempo. Quando noto errori o aspetti che avrei potuto gestire meglio, è un buon segno: significa che la mia capacità di osservazione e le mie competenze stanno migliorando.
☆ Quali sono, secondo te, gli elementi chiave di un'illustrazione di successo?
Un'illustrazione di successo, secondo me, deve parlare direttamente all'osservatore. Prima ho citato Norman Rockwell tra gli artisti che ammiro perché le sue illustrazioni sono un esempio perfetto di questo. Indipendentemente dalla stilizzazione adottata da Rockwell, che può piacere o meno, è innegabile come la messa in scena delle sue opere sia capace di raccontare un'intera storia attraverso una sola immagine. Ciò che trovo straordinario è che riusciva a ottenere questo risultato con semplicità, usando una composizione chiara e comunicativa, senza sovraccaricare l'immagine di dettagli inutili.
Ovviamente, questo intento deve essere supportato da vari aspetti, come un uso efficace del colore e dei contrasti, una composizione equilibrata fatta di forme chiare e leggibili e una precisa gerarchia visiva che crei un percorso guidato per l’osservatore, catturando così la sua attenzione.
☆ Quali strumenti e pennelli digitali utilizzi maggiormente nel tuo lavoro?
Sono un po' old school e utilizzo principalmente Photoshop per le mie illustrazioni digitali. Negli anni ho accumulato moltissimi pennelli, ma quelli che preferisco sono senza dubbio quelli di Kyle Webster. Inoltre, a volte, mi piace personalizzare alcuni pennelli per ottenere effetti particolari.
☆ Oltre all'illustrazione digitale, disegni spesso nel tuo sketchbook con materiali tradizionali. Su quali soggetti o esercizi ti piace concentrarti in quei momenti?
Come dico sempre, il mio sketchbook è la mia oasi di pace dove posso disegnare senza giudizi e senza troppe pretese. Tra l’altro devo ammettere di avere una vera e propria passione per gli sketchbook: ormai ho perso il conto di quanti ne possiedo!
Tra i miei soggetti preferiti ci sono le persone. Mi piace soffermarmi sull'espressività dei volti e sulla profondità dei chiaroscuri. Altre volte mi concentro sul figure drawing e su esercizi per migliorare il tratto, che è un aspetto a cui tengo molto. In generale, mi piace sperimentare nuove tecniche; recentemente, ad esempio, ho provato la tecnica one line e l'ho trovata molto divertente. Per quanto riguarda gli strumenti, vario molto: a volte utilizzo matite colorate, altre solo la penna, e altre ancora pennarelli o fineliner. Insomma, posso dire di essere molto versatile!
☆ Ci parleresti del tuo progetto ''La fabbrica dei sogni'' e delle prossime iniziative?
La fabbrica dei sogni è un progetto nato nel 2009 grazie ad Alessandra Loreti. Sebbene si sia evoluto nel tempo, la passione incondizionata per la creatività rimane ancora oggi il faro del progetto. Il nostro obiettivo è diffondere il disegno come una forma di espressione accessibile a tutti. Per questo, abbiamo costruito una community di artisti e uno spazio online dove condividere conoscenze, tecniche e ispirazioni, e dove poter sperimentare insieme.
Da qualche tempo abbiamo anche aperto un canale YouTube dove pubblichiamo periodicamente tutorial per imparare a disegnare e risorse per chi vuole avvicinarsi al mestiere di illustratore o migliorare le proprie competenze artistiche.
Tra le prossime iniziative, continueremo sicuramente a proporre le nostre sfide creative, organizzeremo nuove live con professionisti del settore e, su grande richiesta della nostra community, stiamo cominciando a pensare a dei possibili workshop e percorsi formativi. Insomma, ci aspettano delle belle novità!
☆ In quale direzione vorresti portare la tua arte nei prossimi 5 anni?
Bella domanda! Riflettendoci, vorrei ampliare il mio portfolio e renderlo più internazionale, con un particolare interesse per il mercato americano, che trovo estremamente affascinante. Confesso che uno dei miei sogni nel cassetto è creare una copertina per il The New Yorker!
- Te lo auguriamo!!
☆ Quali sono i progetti a cui lavorerai quest'anno?
Tante tante copertine e progetti editoriali, oltre tutto il lavoro con La Fabbrica dei Sogni che ho menzionato prima. In tutto ciò, mi piacerebbe anche concentrarmi sul mio portfolio personale, magari lavorando a delle serie di illustrazioni. Staremo a vedere!
☆☆ Per saperne di più sul lavoro di Chiara visita il suo Instagram e unisciti alla Fabbrica dei Sogni.